Battaglia di Lepanto.
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Battaglia di Lepanto.


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Dominio veneziano e turco

Seguirono anni di relativa pace fino alla metà del 1400, quando l'Impero Ottomano iniziò la conquista dell’Occidente: cedettero nell’ordine Costantinopoli nel 1453, la Serbia nel 1459, la Bosnia nel 1463, l'Erzegovina nel 1483, e la stessa Ungheria che vide così precluso qualsiasi spiraglio per un eventuale futuro controllo della Dalmazia. L’avanzata ottomana fece sì che i confini turchi e veneziani si incontrassero, con la conseguente proliferazione delle guerre di frontiera. Nel 1508, la Lega di Cambrai, ostile a Venezia, distolse militarmente quest’ultima su altri fronti, tanto che i Turchi, dopo aver rovesciato l'Ungheria, furono in grado di conquistare gran parte della Dalmazia nel 1537, lasciando a Venezia solo le città marittime.

Gli abitanti slavi di religione cristiana, scappando dai territori occupati dai Turchi, si riversarono allora sulla costa e sulle isole affollando le città. Iniziarono così a superare numericamente la popolazione italiana e a diffondere sempre più la loro lingua. Tra queste popolazioni fuggitive, si misero in luce gli Uscocchi che si stabilirono sulla costa nei pressi dell’odierna Spalato. Incoraggiati dagli Austriaci, insidiarono con azioni piratesche le rotte marittime della Repubblica di Venezia e iniziarono contro i Turchi una guerra senza quartiere che durò 80 anni. I pirati Uscocchi, bellicosi, tenaci e di numero non superiore alle 2.000 unità, furono sconfitti e annientati solo nel 1617, dopo lo scoppio della Guerra di Gradisca, città tra Venezia e l’Austria. La famosa battaglia di Lepanto del 1571, vide la marina veneziana in primo piano, assieme a quelle dei paesi di mezza Europa, sconfiggere la marina turca. Molti arruolati dalmati prestarono servizio per la nuova patria veneta, irrobustendo in maniera anche decisiva la marineria veneziana.

La seconda metà del 1600 fu occupata dalla guerra tra l’Austria e i Turchi, conclusasi con la pace di Karlowitz del 1699, che sancì il declino dell'Impero Ottomano e rese l'Austria la potenza dominante nell'Europa sud-orientale. Il trattato di pace fu molto favorevole a Venezia, concedendole l’intera Dalmazia e le coste dell'Erzegovina, facendo eccezione per la sola Ragusa, rimasta dominio libero.
Nel XVIII secolo, finalmente in tempo di pace, la Dalmazia sperimentò un periodo d'intensa crescita economica e culturale, con il ristabilimento delle rotte commerciali interne e la migrazione di molti dalmati e istriani verso le terre venete. Divenuti cittadini a pieno titolo della Repubblica, si distinsero anche come notabili locali (a Padova la famiglia di origine dalmata dei Tonzig ebbe tra le sue fila un vescovo e un sindaco). Nel 1797, con la caduta della Repubblica di Venezia, ogni rapporto politico tra Venezia e la Dalmazia venne interrotto.


1300 - 1400 - - rev. 0.1.12

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