Charles Louis de Secondat, barone di Montesquieu (La Brède, Bordeaux 1689- Parigi 1755) fu un filosofo, letterato e pensatore politico francese. Sul solco della tradizione familiare fu avviato agli studi giuridici per intraprendere la carriera in magistratura. Diventato magistrato e poi politico, si trasferì dalla sua città, Bordeaux, alla capitale Parigi, dove frequentò i più accreditati salotti mondani e culturali. Dal 1728 al 1731 fece numerosi viaggi in giro per l’Europa, Germania, Austria, Svizzera, Italia e Inghilterra, che risultarono determinanti per la sua formazione politica. Ritornato nel castello di famiglia in Gironda, si dedicò, oltre che all’amministrazione dei possedimenti, alla stesura del suo capolavoro, Lo spirito delle leggi (De l'esprit de lois), pubblicato nel 1748: un’opera monumentale, frutto di 14 anni di lavoro, una vera e propria enciclopedia del sapere politico e giuridico del Settecento. Altre opere fondamentali furono Le lettere persiane, lavoro giovanile del 1721, dove si riscontrano i caratteri consueti a molte opere del primo illuminismo, in cui la critica alla società viene celata dalla finzione letteraria, e le Considerazioni sulle cause della grandezza dei Romani e della loro decadenza (1734), in cui l’autore ricerca i principi politici e sociali alla base sia dello sviluppo che della decadenza di Roma. Anche Montesquieu, come Wolfgang Goethe ed altri, fece parte di quella qualificata cerchia di artisti e letterati nordeuropei che intrapresero il “Grand Tour”, il viaggio in Italia alla scoperta delle bellezze e delle arti classiche. Egli soggiornò anche a Venezia, attratto oltre che dalle bellezze artistiche, dal teatro e dalla musica, in quegli anni all’avanguardia nella città lagunare. Montesquieu citò spesso Venezia nei suoi scritti, in particolare vogliamo ricordare una sua frase del 1729 riguardo la città di Amsterdam: “Sarà come Venezia, meravigliosi palazzi invece che flotte e regni”.

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