Laguna di Venezia. Immagine da satellite della laguna (maggio 2005). Al centro, la città di Venezia. Lungo i litorali, sottili strisce di terra che separano la laguna dal mare, si notano i tre varchi, ovvero le bocche di porto, attraverso cui il flusso della marea dell'Adriatico si propaga in laguna

Venezia. Immagine aerea della città. Al centro, Piazza San Marco

Isola di Torcello. Oltre ai centri storici lagunari, come Venezia e Chioggia, la laguna è costellata da numerosissime isole 'minori', tra cui Murano, Burano e Torcello

Velme e barene. Le velme sono zone lagunari normalmente sommerse, che emergono solo durante le basse maree, mentre le barene, terrreni di natura consistente, sono quasi sempre emerse e solo talvolta vengono sommerse dalle acque. Le barene costituiscono un habitat insostituibile per flora, fauna e avifauna lagunari e svolgono diversificate funzioni: regolano l'idrodinamica e attenuano il moto ondoso

4 novembre 1966, Piazza San Marco. La marea raggiunse + 194 cm e Venezia, tutte le isole della laguna e la laguna stessa furono sommerse da oltre un metro d'acqua

L'aumento della frequenza delle acque alte a Venezia. I dati del problema

Acqua alta a Venezia. Gli allagamenti comportano disagi per gli abitanti e danni alle strutture architettoniche ed edilizie che interessano aree sempre più ampie e che si aggravano con l'aumentare del livello della marea

Acqua alta a Venezia. Gli allagamenti comportano disagi per gli abitanti e danni alle strutture architettoniche ed edilizie che interessano aree sempre più ampie e che si aggravano con l'aumentare del livello della marea

Acqua alta a Venezia. Gli allagamenti comportano disagi per gli abitanti e danni alle strutture architettoniche ed edilizie che interessano aree sempre più ampie e che si aggravano con l'aumentare del livello della marea

Acqua alta a Venezia. Gli allagamenti comportano disagi per gli abitanti e danni alle strutture architettoniche ed edilizie che interessano aree sempre più ampie e che si aggravano con l'aumentare del livello della marea

Laguna di Venezia. Localizzazione delle bocche di porto.

Sistema MOSE. Movimento delle paratoie. Il MOSE è composto da schiere di paratoie che in condizioni normali di marea giacciono piene d'acqua, completamente invisibili, incernierate negli alloggiamenti sui fondali delle tre bocche di porto. Quando è prevista un'alta marea, le paratoie, svuotate dall'acqua con l'immissione di aria compressa, si sollevano fino ad emergere, creando una barriera continua che divide per tutto il tempo necessario il mare dalla laguna

Sistema MOSE. Particolare di una schiera di paratoie in funzione. Il MOSE, quando è in funzione, crea una barriera continua che divide per tutto il tempo necessario il mare dalla laguna, senza creare interferenze con le attività del porto, poiché comprende porti rifugio collegati a conche di navigazione che consentono l'ingresso alle imbarcazioni quando le barriere saranno alzate: conche per imbarcazioni da diporto e pescherecci alle Lido e Chioggia, una conca per le grandi navi dirette al porto, a Malamocco

Sistema MOSE. Le opere in costruzione alla bocca di porto di Lido (ottobre 2007). Al centro, la nuova isola intermedia tra le due schiere di paratoie previste per questo varco. In primo piano, il molo rinforzato e la spalla di una delle schiere. Dietro alla nuova isola, un tratto del porto rifugio e la conca di navigazione per l'ingresso in laguna delle piccole imbarcazioni quando le paratoie saranno alzate.

Sistema MOSE. Le opere in costruzione alla bocca di porto di Lido (ottobre 2007). Al centro d il porto rifugio con la conca di navigazione per l'ingresso in laguna delle piccole imbarcazioni quando le paratoie saranno alzate. La parte verso mare del porto rifugio è stata predisposta come area provvisoria per la prefabbricazione degli alloggiamenti delle paratoie. Sulla destra, la nuova isola intermedia tra le due schiere di paratoie previste per questo varco.

Sistema MOSE. Le opere in costruzione alla bocca di Malamocco (ottobre 2007). In primo piano, la nuova scogliera ultimata. Dietro alla scogliera la conca di navigazione per il passaggio delle grandi navi quando le paratoie saranno alzate e, a sinistra, l'area provvisoria attrezzata per la costruzione degli alloggiamenti delle paratoie. Sempre a sinistra, sullo sfondo, la nuova spiaggia di Pellestrina, ove il litorale è stato rinforzato per creare, insieme alle opere alle bocche di porto, un fronte di difesa continuo.

Sistema MOSE. Le opere in costruzione alla bocca di porto di Chioggia (ottobre 2007). Le due conche di navigazione per il passaggio dei pescherecci quando le paratoie saranno alzate e le opere di 'spalla'. Sullo sfondo, il centro storico di Chioggia.

Il litorale di Pellestrina prima e dopo la realizzazione della nuova spiaggia. L'intero litorale veneziano è stato rinforzato e difeso ed è stato ripristinato, ove possibile, anche il cordone di dune.

Il litorale di Pellestrina prima e dopo la realizzazione della nuova spiaggia. L'intero litorale veneziano è stato rinforzato e difeso ed è stato ripristinato, ove possibile, anche il cordone di dune.

Il litorale di Pellestrina. Vista della nuova spiaggia costruita a difesa del litorale dalle mareggiate.

Una barena in erosione. Sono evidenti gli effetti disgregatori sul bordo della barena provocati dalle maree e dal moto ondoso indotto dal vento e dalla navigazione a motore

Protezione di una barena esposta a forte erosione. Le barene sono strutture essenziali per l'ambiente lagunare: costituiscono un habitat insostituibile per flora, fauna e avifauna lagunari, regolano l'idrodinamica e attenuano il moto ondoso. I processi erosivi rischiano di cancellare queste strutture ed è per ciò necessario intervenire per difenderle.

Protezione di una barena esposta a forte erosione. Le barene sono strutture essenziali per l'ambiente lagunare: costituiscono un habitat insostituibile per flora, fauna e avifauna lagunari, regolano l'idrodinamica e attenuano il moto ondoso. I processi erosivi rischiano di cancellare queste strutture ed è per ciò necessario intervenire per difenderle.

Una barena in costruzione. Le barene vengono ricostruite mediante il versamento di sedimenti dragati dai canali lagunari in un'area delimitata da una palificata continua. La superficie della barena viene quindi colonizzata dalla vegetazione, anche con l'ausilio di specifiche piantumazioni.

Rivegetazione di una barena ricostruita. Una nuova barena, appena ricostruita e come progressivamente viene rivegetata da parte della Salicornia, dalla crescita delle piante «pioniere» fino allo sviluppo completo della vegetazione.

Porto Marghera. Canale industriale Sud. La riva prima e dopo gli interventi di messa in sicurezza, volti a impedire rilascio dalle sponde dei canali industriali di sostanze inquinanti accumulate nel passato nei suoli.

Porto Marghera. Canale industriale Sud. Un particolare dei lavori

Isola della Cerosa. Le rive dell'isola, esposta a fenomeni erosivi e di degrado delle sponde, prima e dopo gli interventi di recupero

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Laguna di Venezia. Immagine da satellite della laguna (maggio 2005). Al centro, la città di Venezia. Lungo i litorali, sottili strisce di terra che separano la laguna dal mare, si notano i tre varchi, ovvero le bocche di porto, attraverso cui il flusso della marea dell'Adriatico si propaga in laguna


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Isola di Torcello. Oltre ai centri storici lagunari, come Venezia e Chioggia, la laguna è costellata da numerosissime isole 'minori', tra cui Murano, Burano e Torcello


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Velme e barene. Le velme sono zone lagunari normalmente sommerse, che emergono solo durante le basse maree, mentre le barene, terrreni di natura consistente, sono quasi sempre emerse e solo talvolta vengono sommerse dalle acque. Le barene costituiscono un habitat insostituibile per flora, fauna e avifauna lagunari e svolgono diversificate funzioni: regolano l'idrodinamica e attenuano il moto ondoso


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4 novembre 1966, Piazza San Marco. La marea raggiunse + 194 cm e Venezia, tutte le isole della laguna e la laguna stessa furono sommerse da oltre un metro d'acqua


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L'aumento della frequenza delle acque alte a Venezia. I dati del problema


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Acqua alta a Venezia. Gli allagamenti comportano disagi per gli abitanti e danni alle strutture architettoniche ed edilizie che interessano aree sempre più ampie e che si aggravano con l'aumentare del livello della marea


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Laguna di Venezia. Localizzazione delle bocche di porto.


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Sistema MOSE. Movimento delle paratoie. Il MOSE è composto da schiere di paratoie che in condizioni normali di marea giacciono piene d'acqua, completamente invisibili, incernierate negli alloggiamenti sui fondali delle tre bocche di porto. Quando è prevista un'alta marea, le paratoie, svuotate dall'acqua con l'immissione di aria compressa, si sollevano fino ad emergere, creando una barriera continua che divide per tutto il tempo necessario il mare dalla laguna


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Sistema MOSE. Particolare di una schiera di paratoie in funzione. Il MOSE, quando è in funzione, crea una barriera continua che divide per tutto il tempo necessario il mare dalla laguna, senza creare interferenze con le attività del porto, poiché comprende porti rifugio collegati a conche di navigazione che consentono l'ingresso alle imbarcazioni quando le barriere saranno alzate: conche per imbarcazioni da diporto e pescherecci alle Lido e Chioggia, una conca per le grandi navi dirette al porto, a Malamocco


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Sistema MOSE. Le opere in costruzione alla bocca di porto di Lido (ottobre 2007). Al centro, la nuova isola intermedia tra le due schiere di paratoie previste per questo varco. In primo piano, il molo rinforzato e la spalla di una delle schiere. Dietro alla nuova isola, un tratto del porto rifugio e la conca di navigazione per l'ingresso in laguna delle piccole imbarcazioni quando le paratoie saranno alzate.


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Sistema MOSE. Le opere in costruzione alla bocca di porto di Lido (ottobre 2007). Al centro d il porto rifugio con la conca di navigazione per l'ingresso in laguna delle piccole imbarcazioni quando le paratoie saranno alzate. La parte verso mare del porto rifugio è stata predisposta come area provvisoria per la prefabbricazione degli alloggiamenti delle paratoie. Sulla destra, la nuova isola intermedia tra le due schiere di paratoie previste per questo varco.


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Sistema MOSE. Le opere in costruzione alla bocca di Malamocco (ottobre 2007). In primo piano, la nuova scogliera ultimata. Dietro alla scogliera la conca di navigazione per il passaggio delle grandi navi quando le paratoie saranno alzate e, a sinistra, l'area provvisoria attrezzata per la costruzione degli alloggiamenti delle paratoie. Sempre a sinistra, sullo sfondo, la nuova spiaggia di Pellestrina, ove il litorale è stato rinforzato per creare, insieme alle opere alle bocche di porto, un fronte di difesa continuo.


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Sistema MOSE. Le opere in costruzione alla bocca di porto di Chioggia (ottobre 2007). Le due conche di navigazione per il passaggio dei pescherecci quando le paratoie saranno alzate e le opere di 'spalla'. Sullo sfondo, il centro storico di Chioggia.


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Il litorale di Pellestrina prima e dopo la realizzazione della nuova spiaggia. L'intero litorale veneziano è stato rinforzato e difeso ed è stato ripristinato, ove possibile, anche il cordone di dune.


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Il litorale di Pellestrina prima e dopo la realizzazione della nuova spiaggia. L'intero litorale veneziano è stato rinforzato e difeso ed è stato ripristinato, ove possibile, anche il cordone di dune.


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Il litorale di Pellestrina. Vista della nuova spiaggia costruita a difesa del litorale dalle mareggiate.


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Una barena in erosione. Sono evidenti gli effetti disgregatori sul bordo della barena provocati dalle maree e dal moto ondoso indotto dal vento e dalla navigazione a motore


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Protezione di una barena esposta a forte erosione. Le barene sono strutture essenziali per l'ambiente lagunare: costituiscono un habitat insostituibile per flora, fauna e avifauna lagunari, regolano l'idrodinamica e attenuano il moto ondoso. I processi erosivi rischiano di cancellare queste strutture ed è per ciò necessario intervenire per difenderle.


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Protezione di una barena esposta a forte erosione. Le barene sono strutture essenziali per l'ambiente lagunare: costituiscono un habitat insostituibile per flora, fauna e avifauna lagunari, regolano l'idrodinamica e attenuano il moto ondoso. I processi erosivi rischiano di cancellare queste strutture ed è per ciò necessario intervenire per difenderle.


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Una barena in costruzione. Le barene vengono ricostruite mediante il versamento di sedimenti dragati dai canali lagunari in un'area delimitata da una palificata continua. La superficie della barena viene quindi colonizzata dalla vegetazione, anche con l'ausilio di specifiche piantumazioni.


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Rivegetazione di una barena ricostruita. Una nuova barena, appena ricostruita e come progressivamente viene rivegetata da parte della Salicornia, dalla crescita delle piante «pioniere» fino allo sviluppo completo della vegetazione.


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Porto Marghera. Canale industriale Sud. La riva prima e dopo gli interventi di messa in sicurezza, volti a impedire rilascio dalle sponde dei canali industriali di sostanze inquinanti accumulate nel passato nei suoli.


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Porto Marghera. Canale industriale Sud. Un particolare dei lavori


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Isola della Cerosa. Le rive dell'isola, esposta a fenomeni erosivi e di degrado delle sponde, prima e dopo gli interventi di recupero


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Isola della Cerosa. Le rive dell'isola, esposta a fenomeni erosivi e di degrado delle sponde, prima e dopo gli interventi di recupero


La laguna di Venezia

Elementi costitutivi

La laguna di Venezia, governata dalle maree dell'Alto Adriatico , è la più vasta laguna italiana, circa 550 chilometri quadrati. Ambienti mutevoli, sempre diversi, si susseguono dalla terraferma al mare e caratterizzano la complessa e articolata morfologia della laguna, ovvero la sua forma, fatta di bassifondi, velme, barene, isole e una fitta rete di canali. Come tutte le lagune, anche quella di Venezia, è un ambiente in continua trasformazione, che tende ad essere “inghiottita” dal mare, se prevalgono le forze erosive delle maree e delle onde, oppure a trasformarsi in un lembo di terra, se prevalgono gli apporti di sedimenti che essa riceve dai fiumi e dal mare. Nel caso di Venezia, gli interventi dell’uomo hanno rappresentato un fattore decisivo in un processo che ha consentito alla laguna di sopravvivere, a differenza di altre lagune dell’Alto Adriatico.

Tempi remoti

Per secoli, la tendenza evolutiva dominante della laguna è stata quella del progressivo interrimento. Per contrastare questo processo, i Veneziani, consci del fatto che il degrado della laguna avrebbe potuto compromettere irreparabilmente la sicurezza, la ricchezza e la potenza della Serenissima, hanno operato con continui interventi che hanno mobilitato, coinvolto, sollecitato, per secoli, tutte le conoscenze scientifiche e tecniche. Si trattava di grandi opere: basta pensare ai lavori per portare a sfociare fuori dalla laguna Brenta, Piave e Sile, al taglio di Porto Viro, eseguito in soli 4 anni e terminato nel 1609, che deviò definitivamente il Po verso sud, dando origine all'attuale delta, oppure all’incessante perfezionamento delle tecniche di difesa dei lidi dall’aggressione del mare, culminato nel ’700, con la costruzione dei murazzi in pietra d'Istria.

Tempi recenti

Oggi, i problemi che compromettono l’equilibrio dell’ecosistema lagunare sono diversi rispetto al passato. Le trasformazioni indotte dall’uomo e dalla natura hanno innescato il processo opposto all’interrimento: il livello relativo del suolo si è abbassato di circa 24 cm rispetto al mare e le città sono esposte alle acque alte con sempre maggiore frequenza e intensità; nel contempo altri problemi compromettono l’equilibrio dell’ecosistema, quali l’erosione delle strutture morfologiche della laguna e l'inquinamento, nemico un tempo sconosciuto.

Una questione di “preminente interesse nazionale”

Il 4 novembre 1966, la marea raggiunse un livello mai raggiunto prima: oltre un metro d’acqua invase Venezia, le isole della laguna, la laguna stessa e il mare aprì più brecce lungo il litorale. I danni furono incalcolabili. Da allora, è iniziato il nuovo, moderno capitolo della salvaguardia di Venezia, dichiarata questione di «preminente interesse nazionale» (legge speciale 171 del 1973), cui concorrono lo Stato (difesa fisica e tutela ambientale), la Regione del Veneto (disinquinamento delle acque del bacino scolante), i Comuni di Venezia e Chioggia (conservazione e manutenzione urbana e sviluppo socioeconomico).

ATTIVITÀ PER LA SALVAGUARDIA DI VENEZIA E DELLA LAGUNA DI COMPETENZA DELLO STATO

Difesa dalle acque alte, difesa dalle mareggiate e tutela ambientale dell'ecosistema lagunare: sono questi gli obiettivi degli interventi per la salvaguardia di Venezia e della laguna di competenza dello Stato, realizzati dal Ministero delle Infrastrutture – Magistrato alle Acque di Venezia tramite il Consorzio Venezia Nuova. Si tratta di un vastissimo programma di attività, da molti anni in corso di attuazione in laguna e negli abitati lagunari, in cui la difesa dal mare è sempre proceduta in reciproca e sistemica relazione con il recupero ambientale dell’ecosistema lagunare.

Difesa dalle acque alte

Le acque alte dagli inizi del ‘900 a oggi sono diventate sempre più frequenti e intense a causa dell’abbassamento del suolo rispetto al mare. Il rischio di un evento catastrofico come quello del 4 novembre del 1966, inoltre, è sempre presente.

Sistema MOSE.

Per porre definitivamente in sicurezza Venezia da tutte le acque alte, quelle eccezionali che possono minacciarne la sopravvivenza e quelle più frequenti che degradano le strutture fisiche e la qualità della vita urbana, è in costruzione alle tre Bocche di porto di Lido, Malamocco e Chioggia (vale a dire i varchi tra un litorale e l’altro che mettono in collegamento la laguna con l’Adriatico) un sistema di dighe mobili: il Sistema MOSE.

Sistema MOSE. Come funziona. Il MOSE è composto da schiere di paratoie che in condizioni normali di marea giacciono piene d’acqua, completamente invisibili, incernierate negli alloggiamenti sui fondali delle tre bocche di porto. Quando è prevista un’alta marea, le paratoie, svuotate dall’acqua con l’immissione di aria compressa, si sollevano fino ad emergere, creando una barriera continua che divide per tutto il tempo necessario il mare dalla laguna. Ciò senza provocare interferenze con l’ambiente poiché il MOSE, quando non è in funzione, lascia sostanzialmente inalterato lo scambio idrico tra mare e laguna, e senza interferenze con le attività del porto, poiché comprende porti rifugio collegati a conche di navigazione che consentono l’ingresso alle imbarcazioni quando le barriere saranno alzate: conche per imbarcazioni da diporto e pescherecci alle Lido e Chioggia, una conca per le grandi navi dirette al porto, a Malamocco. A oggi è stato stabilito che le paratoie vengano alzate per fronteggiare maree superiori a + 110 cm, quota a cui i centri abitati vengono protetti con il rialzo di rive e pavimentazioni. In questo modo, le paratoie entrerebbero in funzione in media 3/5 volte all’anno, per una durata di 4/5 ore per ogni evento.

Sistema MOSE e innalzamento del livello del mare. In futuro il fenomeno delle acque alte potrebbe aggravarsi per il previsto aumento del livello del mare come effetto dei cambiamenti climatici. Rispetto a questo problema, il MOSE, insieme al rinforzo del cordone litoraneo, è stato progettato per fronteggiare fino a 60 cm, cioè superiore anche alle recentissime stime dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), che prevedono un innalzamento del mare nei prossimi 100 anni in un range compreso tra 18 e 59 cm. La costruzione del MOSE, iniziata nel 2003, verrà ultimata nel 2012.

Difese locali dalle acque alte.

Per contrastare gli allagamenti più frequenti, sono da anni in corso di attuazione opere di difesa locale dei centri abitati lagunari e del litorale tramite il “rialzo” di rive e pavimentazioni pubbliche nelle zone urbane più basse sull’acqua. Ciò comporta complessi lavori per evitare anche la filtrazione dell’acqua dal sottosuolo e il rigurgito dai tombini e per mettere al sicuro i pianiterra degli edifici. I rialzi hanno però limiti precisi, dettati dal contesto urbano, architettonico e monumentale delle singole aree, e il Sistema MOSE è dunque necessario per garantire la difesa totale rispetto a tutte le acque alte, compresi gli eventi estremi. Quanto è stato fatto (novembre 2007): L’avanzamento lavori del Sistema MOSE è pari al 37% e l’opera potrà essere ultimata nel 2012. Ad oggi, sono stati inoltre rialzati circa 90 km di rive nei centri abitati ed è stato messo in sicurezza rispetto agli allagamenti più frequenti un territorio di circa 1.200 ettari.

Difesa dalle mareggiate

Il cordone litoraneo rappresenta la prima, naturale difesa della laguna dal mare. Nel corso dei secoli, le spiagge del litorale si sono drasticamente ridotte di ampiezza o sono state addirittura cancellate, lasciando sempre più esposti gli abitati costieri, e la laguna stessa, alla violenza delle mareggiate. L’erosione dei litorali è stata affrontata con un articolato programma di interventi, quasi completato, che consiste nella creazione di nuove spiagge o nell’ampliamento di quelle esistenti e nel ripristino, ove possibile, del cordone di dune anche allo scopo di ricostruire habitat per specie animali e vegetali caratteristiche. Contestualmente si è anche proceduto al consolidamento dei moli foranei che delimitano le Bocche di porto, costruiti tra ‘800 e ‘900.

Quanto è stato fatto (novembre 2007). Ad oggi, sono state ricostruiti o ampliati oltre 45 km di spiagge e sono stati rinaturalizzati oltre 8 km di dune. I moli foranei sono stati ristrutturati per circa 11 km.

Tutela ambientale

Recupero morfologico. Erosione, acque alte, moto ondoso stanno gradualmente trasformando la laguna per cui essa perde le caratteristiche fisiche di zona umida e assume invece quelle, semplificate e indifferenziate, dell'ambiente marino. Per contrastare questi fenomeni, è stato avviato un intenso programma di salvaguardia di habitat quali barene, velme e bassifondali e il ripristino delle funzioni ecologiche e idrodinamiche che essi svolgono, concorrendo anche alla riqualificazione naturalistica e paesaggistica dell’ecosistema. Gli interventi vanno dalla ricalibratura di canali lagunari, all’impiego dei sedimenti dragati per la realizzazione di velme e barene scomparse; dalla protezione delle barene esistenti con le più avanzate tecniche dell’ingegneria naturalistica, al sovralzo dei fondali per ridurre il moto ondoso. Di questo programma fanno parte anche i lavori per il ripristino delle sponde delle isole minori.

Quanto è stato fatto (novembre 2007): A oggi sono stati ricostruiti circa 1.200 ettari di velme e barene, sono state protetti 22 km di bassifondali e ricostruite le sponde di 12 isole minori.

Miglioramento della qualità di acque e sedimenti

Gli interventi di competenza del Magistrato alle Acque nell’ambito del miglioramento della qualità delle acque e dei sedimenti lagunari sono volti, in particolare, ad isolare i contaminanti presenti nelle discariche che venivano utilizzate in passato per smaltire rifiuti di diversa origine, tra cui scorie delle produzioni industriali e alla messa in sicurezza dei canali della zona industriale di Porto Marghera (fondali e sponde) da residui delle lavorazioni accumulatisi nel tempo. Le attività comprendono anche interventi per ridurre i carichi inquinanti trasportati in laguna dai corsi d’acqua del bacino scolante, ricreando quelle zone umide di transizione tra terraferma e laguna in grado di filtrare e assorbire gli inquinanti, sottraendoli al corpo idrico (fitobiodepurazione).

Quanto è stato fatto (novembre 2007). Ad oggi, sono stati messi in sicurezza oltre 35 km di sponde dei canali industriali e sono stati dragati dai fondali e smaltiti in apposite discariche oltre 320.000 m3 di sedimenti inquinati. Sono state isolate rispetto all’ambiente circostante 5 ex discariche,con una superficie complessiva di 182 ettari.

Maria Giovanna Piva


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