Sede dell'UNESCO a Parigi.

Una testimonianza della violenza del fenomeno.

Il laboratorio di restauro a S. Gregorio a Venezia.

Copertina della pubblicazione Venezia restaurata. UNESCO

Chiostro del Convento dei Frari. Attualmente sede degli Archivi di Stato di Venezia.

Restauro del Ponte di Rialto.

Lo squero di San Trovaso.

Chiesa di Santa Maria del Giglio.
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Il laboratorio di restauro a S. Gregorio a Venezia.


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Chiostro del Convento dei Frari. Attualmente sede degli Archivi di Stato di Venezia.


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Restauro del Ponte di Rialto.


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Lo squero di San Trovaso.


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Chiesa di Santa Maria del Giglio.


L'UNESCO a Venezia

La complessa calamità naturale che il 4 novembre 1966 devastò le due città d’arte italiane Firenze e Venezia conosciute e amate in tutto il mondo, influì sulla determinazione dell’UNESCO di accelerare i tempi per la costituzione di un settore di studiosi dediti a stabilire norme e principi per la scelta e la tutela dei beni che da lì a poco avrebbero costituito la Lista del patrimonio mondiale dell’Umanità.
La risposta all’appello di solidarietà, rivolto al mondo dall’allora Direttore Generale dell’UNESCO René Maheu, fu immediata e imponente e coinvolse vari livelli istituzionali e sociali.
Cosa era successo? A Venezia, l'acqua alta, eccezionale per altezza e durata – un giorno intero-aveva provocato danni tali da bloccare l’erogazione dell’acqua e della luce a causa della fuoruscita dei combustibili liquidi dai serbatoi degli impianti di riscaldamento.
La nafta e il gasolio, saliti in superficie in base al loro peso specifico, avevano aggravato lo stato di degrado segnando sui muri, con strisce nere, i vari gradi di deflusso delle acque.
La collaborazione dell’UNESCO si articolò in varie direzioni: un ufficio UNESCO fu istituito a Roma con il compito di affiancare le autorità italiane e seguire l’iter delle misure legislative da adottare; su idea delle Organizzazioni Internazionali, in particolare dell’ICOMOS (Conseil International des Monuments et des Sites) e insieme alla Soprintendenza ai Musei si preparò la descrizione dello stato di conservazione delle opere d’arte danneggiate mentre con la Soprintendenza ai Monumenti fu allestito un inventario degli edifici.
Un laboratorio del restauro fu istituito nella chiesa di San Gregorio . L’anno successivo usciva già il “Rapporto su Venezia”, conosciuto più tardi anche sotto il titolo di “Sauver Venise”. Nel rapporto si descrivevano non solo la complessità dei restauri da affrontare, ma anche le possibilità per effettuarli. Si descriveva la situazione del patrimonio artistico e culturale della città, le sue difficoltà dal punto di vista economico e sociale e lo stato fisico della laguna. Si formulavano inoltre ipotesi di recupero del patrimonio. Questo lavoro aveva lo scopo di mettere a disposizione degli specialisti valutazioni, analisi approfondite e raccomandazioni precise sui lavori di restauro più urgenti.
Nel 1970 apparve anche un altro studio sul Patrimonio monumentale di Venezia finanziato dall’UNESCO e realizzato in collaborazione con l’ “Osservatore Economico” di Venezia.
Nel maggio 1973, subito dopo l’adozione della legge speciale 171 per la salvaguardia di Venezia, l’Ufficio UNESCO si trasferì a Venezia.
Da quel momento e ancora oggi i suoi compiti sono:

• Coordinare le diverse forme della cooperazione internazionale;
• Promuovere studi scientifici;
• Programmare animazione culturale;
• Curare le relazioni pubbliche, l’informazione, le mostre;
• Offrire cooperazione tecnica alle autorità italiane, regionali e comunali.

I primi interventi di restauro furono finanziati e eseguiti da Istituzioni, Fondazioni, Comitati e Associazioni italiane, ma anche con il concorso imponente dei Comitati e dei Fondi internazionali per Venezia di cui si forniscono qui di seguito le sigle:

AFI: Association France-Italie; AISP: America- Italy Society of Philadelfia; Amici della Scuola Grande di S: Rocco; Associazione Amici dei Musei e Monumenti Veneziani; CA: Comitato Australiano; CBS: Comité Belge Pour la Sauvegarde de Venise; CIB: Comitato italo-bavarese per la difesa della gondola; CIV: Comitato italiano per Venezia; Comitato Amici della Basilica dei SS. Giovanni e Paolo; Comitato per il Centro Storico Ebraico di Venezia; CRIA: Committee to Rescue Italian Art; CSSV: Comité Français pour la Savegarde de Venise; DSV: Deutscher Studienzentrum in Venedig; IAARF: Italian Art and Archives Rescue Fund; IFM: International Fund for Monuments; IN: Italia Nostra;Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti; LC: Lyons Club Venezia; PVCH: Pro Venezia (fondo svizzero); PVSV: Pro Venezia Sweden; PVV: Pro Venezia Viva; RC: Rotari Club Venezia; Pro Veneziakomiteen Denmark; Stichting Nederlands Venetie Comité; SDW: Stifterverband fuer die Deutsche Alighieri; SNDA: Società Nazionale Dante Alighieri; SV: Save Venice; TheVenice International Foundation; Università Internazionale dell’Arte; “Venedig lebt – Austria; Venetian Heritage Inc.; VPF: Venice in Peril Fund; VN: Venezia Nostra; World Monuments Fund”

Molti di questi Comitati continuano ancora oggi ad interessarsi del restauro di Venezia e molti altri se ne sono aggiunti nel tempo.
Per l’individuazione dei singoli interventi si rimanda alle schede relative conservate nell’Archivio del Magistrato alle Acque e all’Ufficio dei Comitati privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia., presso l’UNESCO, Palazzo Zorzi – 30122 Venezia – Castello, 4930.

Cecilia Preziuso


1800 - 2000 - fino ad oggi - rev. 0.1.25

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